Quando si passeggia per la città di Roma non è inusuale imbattersi in piazze bellissime con opere fuori dal tempo. Tra queste, Piazza Navona è una delle più importanti e iconiche con la sua Fontana dei Quattro Fiumi.
Questa rappresenta le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra, uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, che nell’opera sono rappresentati come dei giganti che siedono appoggiati sullo scoglio centrale in travertino: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio de la Plata.
L’opera fu commissionata da papa Innocenzo X per decorare piazza Navona, sulla quale si stavano portando avanti i lavori di realizzazione di palazzo Pamphilj. Nel 1647 il pontefice aveva commissionato a Francesco Borromini la progettazione di una conduttura che portasse l’acqua dell’Aqua Virgo a piazza Navona e aveva bandito un concorso per la progettazione della fontana presso la piazza. Inoltre il papa manifestò la volontà di recuperare l’obelisco, poi detto Agonale, che giaceva in rovina nel circo di Massenzio sull’Appia Antica.
Il concorso fu vinto da Gian Lorenzo Bernini che per ottenere l’incarico realizzò un modellino argenteo in scala, alto circa un metro e mezzo. Un altro progetto fu presentato da Borromini, che prevedeva un obelisco alla cui base quattro grosse conchiglie con mascheroni gettavano acqua in una vasca.
La realizzazione dell’opera iniziò nel 1648 e si concluse nel 1651 sotto la direzione del Bernini.
Le spese per la costruzione della fontana furono talmente elevate che, per finanziarle, il papa ricorse ad una tassazione sul pane, con contemporanea riduzione del peso standard della pagnotta.
Ma mentre questa è la storia che tutti conosciamo, quanti di voi sono a conoscenza della leggenda che si cela dietro questa opera?
Il gigante al centro della leggenda è quello che rappresenta il Rio de la Plata, disegnato dal Bernini e poi realizzato dal suo allievo Francesco Baratta.
La figura in questione è rivolta verso la chiesa di Sant’Agnese in Agone con il braccio alzato verso di essa, quasi come a coprirsi il volto da un eventuale crollo che poteva avvenire da un momento all’altro.
La leggenda vuole che il Bernini l’abbia pensata così per manifestare tutto il suo sdegno nei confronti del suo acerrimo rivale Francesco Borromini, che aveva appunto realizzato la Chiesa anni prima della realizzazione della fontana.
La leggenda negli anni si è poi rivelata falsa, ma viene comunque ancora tramandata perché molto suggestiva e soprattutto pone l’accento su due degli artisti più importanti della storia dell’arte italiana.
Ogni monumento a Roma nasconde storie singolari legate alla realizzazione. Siete curiosi di scoprirle tutte? Non vi resta che seguirci e prenotare un weekend alla scoperta della capitale.