Sono passati 6 anni esatti dalla Milano Expo 2015. Un evento che in questi giorni ha visto l’impegno comune di tutti gli esponenti politici per la città di Roma: la capitale si candida infatti per l’Expo 2030. Questa grande scommessa, portata avanti dal neosindaco Roberto Gualtieri e legittimata dal presidente del Consiglio Mario Draghi, guarda soprattutto al recupero di spazi abbandonati e alla creazione di nuove infrastrutture per la mobilità, ponendo da subito il tema del post-Expo.
La presentazione della candidatura è solo la prima tappa di una lunga campagna elettorale che si concluderà alla fine del 2023, quando l’Assemblea Generale del Bie voterà per designare la città che ospiterà l’Esposizione Universale del 2030.
«Con il tema della rigenerazione urbana – ha spiegato Di Maio – vogliamo sostenere il concetto di una città inclusiva, orizzontale, sostenibile, che superi il contrasto tra periferie e centri urbani. Una città in grado di accelerare sul cammino dell’integrazione di tecnologie innovative in materia di energia, infrastrutture, comunicazione, mobilità, sicurezza e tutela dell’ambiente».
Questi sforzi sono stati anche al centro dell’agenda dell’Italia come presidenza del G20 nel 2021. Expo Roma è disposta a raccogliere questa eredità, contando su un’interazione attiva con il Bureau per identificare strategie e risposte a lungo termine nel nostro cammino verso il 2030.
Expo 2030: i benefici economici del grande evento
Nello scenario di opportunità legate all’evento è già stata realizzata la prima valutazione dei benefici economici diretti e indiretti che la World Expo produrrebbe sulla Capitale e sul Paese intero: come si legge sul sito del Comune di Roma, in questa prima fase sono stimati 45 miliardi di euro.
Lo studio “Expo Roma 2030” è stato condotto dal Centro di Ricerca LUISS X.ITE con il supporto di EY Advisor, per conto dell’Ufficio di scopo di Roma Capitale e prende in esame gli effetti economici diretti, indiretti, fiscali e di medio lungo periodo generate dall’evento: ben 24 miliardi di nuove entrate prodotte dagli incrementi dei flussi dei visitatori e di quelli turistici, dalla maggiore domanda per le attività ricettive, le attività alberghiere, di ristorazione e commerciali in genere, dai servizi culturali, di intrattenimento e dei trasporti. Circa 2,5 miliardi sono gli introiti previsti dalla vendita dei titoli di ingresso e dalle attività collegate, mentre 7,3 miliardi gli incrementi fiscali prodotti.
Riflessi positivi si avranno anche sui nuovi investimenti internazionali, all’incremento del valore immobiliare, della rigenerazione del patrimonio esistente e alla creazione di nuove imprese che Expo produrrebbe, quantificati in 11,1 miliardi.